sabato 31 agosto 2013

Cozze, fragole dure e ...



Ieri mattina, mentre io ero nell'ufficio di Papozzo, al piano di sotto, le Gnome giocavano con la Nonna A.
Tutto normale, fino alla frase:
"Nonna, ho il vomito."
La nonna, preoccupata, seguendola:
"Vai in bagno."

Poco dopo, mi ritrovo la Micrognoma a fianco, scesa appositamente per raccontarmi l'accaduto:
"Mamma, ho vomitato e adesso mi fa male la pancia."
"Povera la mia bimba...ma vedrai che ora passa tutto. Stenditi sul divano un po'."
"Va bene. Ma avevo mangiato una cozza intera e l'ho vomitata!"
"Amore, è impossibile: l'ultima cozza che hai mangiato è stata venerdi scorso."

Passa un quarto d'ora e sento un dialogo tra lei e la nonna:
"Nonna, mi fa tanto male la pancia e non mi sento bene."
"Ma cosa ti è successo?"
"Ho mangiato una fragola rossa e dura"

Nel sentire questa frase ho drizzato le antenne, dal momento che in casa nostra non si vede una fragola da almeno un mese abbondante. Salgo di corsa le scale.
"Micrognoma, cos'è che avresti mangiato?"
"Una fragola rossa e dura, di quelle dei giochi."
"Quelle finte, di plastica?"
"Ma mamma, è impossibile! C'è il pomodoro, la mela, l'uva, ma io fragole non ne ho mai viste!" controbatte la Gnoma Grande.
"Micrognoma, cosa hai mangiato veramente?"
"In effetti, quando ha detto che aveva il vomito, in bagno, ha sputacchiato qualcosa di rosa, ma era saliva colorata. Pensavo avesse mangiato un biscotto a colazione...", si affretta ad aggiungere la nonna.

Intanto cerco con gli occhi in mezzo ai giochi qualcosa che la piccola possa avere ingerito giocando....ed ecco spuntare tra piattini e pentolini delle inquietanti irregolari palline di non ben identificato materiale colorato di rosa, rosso, verde, blu, che potevano essere pongo o plastilina, regalati tempo fa da non so più chi.

"Non avrai mica mangiato le palline di pongo, vero?"
Annuisce con la testa, timidamente.

"Ma non si mangiano quelle cose, non sono buone!!! Piuttosto mangia un biscotto o una caramella, ma il pongo no!"

Chiamo Papozzo, segue breve consulto dei familiari, con conseguente telefonata alla pediatra guru, sperando che sia in ambulatorio e che risponda al telefono. Spiego sinteticamente la situazione, lei mi tranquillizza, dicendomi che per sicurezza chiede informazioni al centro antiveleni (al suono di questo termine mi è venuta un po' di tremarella di gambe), ma che sicuramente quel genere di prodotti per bambini sono atossici.

Dopo una bella scorpacciata di gnocchi, di mal di pancia, nemmeno l'ombra.

E neppure di pongo/plastilina e altri simili, prontamente fatti svanire nel nulla.


venerdì 30 agosto 2013

Già cinque



Tu, che sei la più coccolona delle tre, che non aspetti altro che essere sola con me per una dose extra di baci e morsicotti, tu che con me hai un rapporto particolare.
Tu, che non vedi l'ora di imparare a scrivere, e sopratutto a leggere, per poterti sdraiare accanto a me nel lettone con un libro in mano.
Tu, che ti trucchi come insegna Clio, ma con un occhio a come faccio io.
Tu, che più ti portano in giro, più sorridi, anche se dobbiamo andare a cinque minuti da casa.
Tu, che hai gli occhi che si illuminano quando ridi, e le guanciotte da mordere.
Tu, che sei pigrissima e quando dico che è ora di mettere ordine, trovi una scusa tipo il mal di pancia.
Tu, che hai abbandonato da poco il tuo bibe quotidiano, lasciando così definitivamente anche il latte.
Tu, che se qualcuno non capisce subito quello che vuoi dire, ti arrabbi tantissimo e inizi ad urlare.
Tu, che hai quell'irresistibile puntino, affidabile segnale di cambiamenti metereologici, a cui, asciugandolo, appiccico le mie labbra dopo ogni tua doccia.
Tu, che da piccola non dormivi mai, mentre adesso non ti sveglieresti mai al mattino.
Tu, che sei stata il mio parto più veloce, ma anche il travaglio più doloroso.
Tu, che tra qualche giorno sarai nei Grandi alla materna!

Tu, la mia Gnoma di Mezzo, ma lo sai che hai già cinque anni?

Sembra ieri che mi inebriavo dei tuoi occhietti stropicciati che parevano verdi già da subito.




martedì 27 agosto 2013

Pillole 20



Micrognoma
"Mamma, ma ce l'ho ancoRa il mio neus dietRo la gamba?"
"Devo scuotaRe il baRattolo!"
"Ho mangiato la mollicola del pane con il pRosciutto."
"Avevo tutto il dito insanguato!"
"Mamma, hai fatto pRopRio un buonissimo Robbisss!" (roastbeef)
"Io sono la giRidente della scuola"



Gnoma di Mezzo
"Ci sono delle persone che sanno addrestare i cani. Dicono: seduto! e i cani si siedono!"
"Buona questa uva! Non ho trovato nemmeno un seme in questo acido!"
"Hai le mani implatonate di crema!"
"Lo sapete che la nonna ha fatto duecentocinquantacento vasetti di conserva?"
"Questi colori stanno in rima. Il rosso e il fucsia stanno in tono."
"Ci sta per la fare!" (ce la sta per fare)



Gnoma Grande
"Mamma, come è quella parola? Consortista? No...come si dice? Quelle persone che si muovono strane e si piegano..." (contorsionista)



venerdì 23 agosto 2013

Sparizioni



Metà pomeriggio, caldo.
Mi sto gustando una fetta di cocomero fresco.

Le Gnome dormono, due nei loro letti, una nel mio perchè -diceva- non riusciva ad addormentarsi. O forse perchè il lettone le piace oltremisura.

Ad un tratto mi trovo davanti la Micrognoma piagnucolante, con una bocca rivolta all'ingiù come non mai, gli occhietti tristi e preoccupati, che mormora con voce stridula e flebile:

"Non trovo le mie ciabatte. Chi me le ha rubate?"

Non che solitamente sia un problema, visto che nel novanta per cento della giornata le tre donzelle si aggirano a piedi nudi in casa e in terrazza, ma lei mi sembra molto affranta da questa cosa.

Non posso fare a meno di coccolarla, sbaciucchiarla e accompagnarla nella ricerca spasmodica delle calzature perdute.
Peraltro misteriosamente scomparse sul serio, e di conseguenza non trovate.

Almeno finchè la Gnoma Grande, al suo risveglio, ha rivelato di averle riposte ordinatamente nella scarpiera, insieme alle altre. Al loro posto, in effetti.

Mistero risolto.



mercoledì 21 agosto 2013

Nove anni



Nove anni.
Di già?

Più otto prima.
Prima del 21 Agosto 2004.

Una mattina calda.
Una doccia, una controllata alla casa, ai fiori nella chiesa accanto.
Finalmente parrucchiera ed estetista nella mia stanza.
Mangiare pasticcini chiaccherando con loro, mentre svolgevano un ottimo lavoro su di me.
Il vestito, quello che sul manichino non mi piaceva affatto, ma che poi, su consiglio della nonna, ho provato giusto per dare soddisfazione a lei, e del quale mi sono innamorata pazzamente.

Il fotografo.

Okkei, è ora. Cioè, lo era un quarto d'ora fa, ma la sposa non può arrivare in orario, no?

Il tappeto rosso dalla porta di casa a quella immediatamente successiva della chiesetta romanica a fianco.

E lo vedo: Papozzo, che ancora non veniva definito tale per ovvie ragioni, bellissimo, mi viene incontro e mi dice, con gli occhi lucidi: "Eh, ma si...", che io so cosa vuol dire.

Entro, accompagnata da papà.

Alla fine della cerimonia, un temporale pazzesco, con tanta acqua; tutti, tranne noi, ormai fuori, sotto la pioggia battente, ci invocavano, ma io, incurante, ho preferito aspettare quei cinque minuti che bastavano a far cessare il diluvio.
Poi una cascata di riso e un sacco di baci a cui non ho potuto sottrarmi, anche se notoriamente io non ci vada pazza...

Poi ancora foto, e il ristorante, dove, quando arriviamo noi, i protagonisti, il gran buffet di antipasti è già totalmente esaurito. Mi dicono fosse eccezionale. Peccato non poter confermare o dissentire.

E il pranzo, la festa, la stanchezza, poi finalmente andiamo a casa.

Ma la cosa non finisce qui, perchè un gruppo di amici ci trascina, ancora vestiti da sposi, in un locale dove tutti mi additano "Guarda, c'è una sposa!!"

Qualche ora dopo, scopriamo coriandoli nel letto e varie sveglie che suonano a orari improponibili, nascoste ovunque.

Al mattino, partenza verso La Spezia, dove ci attende la nave che ci porterà in giro per il Mediterraneo.
Viaggio di cui non abbiamo nemmeno una foto, perchè la reflex di Papozzo ha pensato bene di smettere di funzionare proprio in quel frangente e con tutti gli innumerevoli rullini (chi non sa di cosa sto parlando è tristemente mooooolto più giovane di me) che avevamo acquistato per l'occasione.

Un paio di mesi dopo eravamo felici e litigavamo su nomi di bambini...



martedì 20 agosto 2013

Tutti pazzi per la spesa



"Allora, siete pronte? Andiamo?"
"Siiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!"

Vista la mia convalescenza e il deserto che regna nel frigo e nella dispensa, Papozzo è andato all'ipermercato con tutte e tre le Gnome, ieri sera alle 19 circa, munito di dettagliata lista della spesa, rigorosamente buttata giù in base alla disposizione della merce, e duecentotrentadue indicazioni di vario genere in ordine sparso nella mente.

Dopo quasi un'ora, la prima telefonata.
"Ma che marca di pasta devo prendere? X o Y?"
"Va bene anche X, ma guarda un po' più avanti sullo scaffale. Non c'è Z, quella con il sacchetto trasparente e la scritta in nero?"
"Mhhh...Si, eccola. E preferisci fusilli, penne, farfalle o..?"
"Fate voi, va bene tutto. Prendi un pacco per ogni tipo."


Mezz'ora più tardi chiamo io, per sentire a che punto sono.
"Si?"
"Avete finito?"
"Stiamo prendendo la panna. A proposito, quale vuoi?"
"Una qualsiasi. Hai trovato quella al salmone?"
"Si."
"Quindi siete a metà circa."
"Mancano la verdura, la frutta e la carne."
In sottofondo:"Papozzo, io so dove sono. Peso io!"

Ulteriore telefonata, ma con nonna Mimi.
"Papozzo è andato a fare la spesa con le Gnome."
"Tutte e tre???"
"Si. Perchè?"
"E' un eroe."

Poco dopo, guardo l'orologio appeso in cucina. Sono le 21. La tavola è apparecchiata, in forno il contorno è caldo. Aspetto solo la carne da mettere sulla piastra.
Giusto per informarmi su dove siano, chiamo.

Musica a palla. Buon segno: sono in macchina, stanno tornando.
"Pronto? Mi sentite? Magari abbassare la radio potrebbe essere un'idea!"
"Ah, si, scusa mamma."
"Dove siete?"
"Stiamo tornando. Abbiamo preso la cena!"
"In che senso?"
"Siamo passati al Mac Drive e Papozzo ci ha preso gli Happy Meal!"

Ok, lo so che è contro ogni buona abitudine nutrizionale, che non è sano, che va contro i principi morali di ogni buon genitore e, diciamoci la verità,  non è nemmeno tanto buono, ma le Gnome avevano fatto le brave, anzi, erano state addirittura utili nell'approvvigionamento familiare, così Papozzo ha fatto loro una sorpresa.
Senza dire niente, all'uscita dal parcheggio dell'ipermercato si è diretto verso quel posto così ambito da ogni essere vivente dall'adolescenza in giù.

A casa, ho chiesto alle fanciulle se si fossero divertite.
"Si. Sembravamo quelli di Tutti pazzi per la spesa!"

Dovrò documentarmi a tal proposito, perchè io non l'ho mai visto e non so dire se mi devo preoccupare o meno per questa affermazione.



lunedì 19 agosto 2013

Smemorandum 8




Uscire con Gnome al seguito, chiudere tutte le porte di casa, tranne quella di ingresso, e accorgersene solo al ritorno, dopo essere stati fuori un'ora abbondante.



Ebbene, qualche tempo fa l'ho fatto.






venerdì 16 agosto 2013

Passione




Stanotte pensavo a quello di cui ho parlato qualche giorno fa.

Dal dizionario Sabatini Coletti:

passione

[pas-sió-ne] s.f.
  • 1 L'insieme delle sofferenze subite da Cristo nel periodo che va dalla notte passata nell'orto di Getsemani fino alla crocifissione; estens. (e freq. con iniziale maiusc.) il racconto evangelico della passione di Cristo; opera o brano musicale che ha per tema la passione di Cristo || settimana di p., quella che precede la settimana santa, intesa come commemorazione dei patimenti di Cristo
  • 2 Grande sofferenza spirituale, morale SIN penatormentoquel ragazzo mi farà morire di p.
  • 3 Sentimento di grande violenza e intensità: essere accecato dalle p.
  • 4 Trasporto amoroso, forte attrazione erotica; anche, la persona che ne è oggetto: quella ragazza è stata la sua ultima p.
  • 5 estens. Inclinazione, interesse molto vivo per qlco.; anche, l'oggetto di tale interesse: avere la p. del giocola pittura è la sua grande p. || fare qlco. per p., per inclinazione o per diletto, non per interesse economico | fare qlco. con p., con grande dedizione e sentimento

Mi chiedevo come si possa parlare di delitto passionale.

Lasciando perdere, ovviamente il primo punto, che esula dall'argomento, proviamo a prendere in considerazione gli altri.
Il secondo parla di sofferenza spirituale, che potrebbe essere collegata al tormento di non avere più l'ex compagna al fianco. Ma un delitto non ha nulla di spirituale.
Il terzo punto tira in ballo la violenza, ma come forza di un sentimento.
Il quarto tratta di amore.
La passione è strettamente correlata all'amore.
Ma come si può definire così qualcosa che porta ad un omicidio, ad un femminicidio?

L'amore, quello vero, secondo il mio modesto parere, fa desiderare la felicità incondizionata per la persona che si ama, tutto il bene possibile. E se questo vuol dire lasciarla andare, dovrebbe essere accettato. Perchè l'ex-partner sia, appunto, felice.

Il quinto rivela che la passione possa essere sinonimo di grande interesse e dedizione. Ma al punto da arrivare ad uccidere una persona? Allora non è dedizione.


Alla luce di quanto scritto sopra, questo tipo di violenze dovrebbero essere definite "di possesso" o "per gelosia", non di certo passionali!

Per me, l'aggettivo passionale ha comunque una connotazione positiva.

Forse sono io che ho una visione sbagliata della cosa?



martedì 13 agosto 2013

Non può andare bene



Questo, contrariamente al solito, non è un post dal contenuto leggero.
Ma oggi mi è preso così: riflettevo.

Dunque, questo avvocato penalista, rinomato, pare, di Verona, uccide la ex-fidanzata e, non riuscendo a infilare il corpo nel portabagagli, la mette sul sedile accanto al proprio e guida per duecento chilometri.

Ha del surreale.
Sembra un film.

Lei lo aveva denunciato per stalking, ma, a quanto emerge, la cosa è stata abbastanza inutile.

Questo è il punto.
Questo atto difensivo preliminare dovrebbe mettere in allarme, creare una sorta di salvagente, di protezione nei confronti delle vittime; invece mi sembra che non porti a nulla. Tantissime donne uccise avevano provveduto a farlo sapere alle forze dell'ordine, fiduciose che in questo modo sarebbero state tutelate.
Eccerto. Molte di loro ora sono in un cimitero.

Da donna e da mamma di tre future donne, mi chiedo se si possa fare qualcosa di concreto per eliminare questo problema.
Tipo (azzardo, lo so) tenere controllato un personaggio che è stato denunciato come stalker. Stargli addosso, controllare le sue telefonate, i suoi spostamenti e i suoi comportamenti.

Forse si riuscirebbe a intervenire prima.

Prima di arrivare a metà Agosto con 80 femminicidi, più o meno, dall'inizio dell'anno.
Molti dei quali preannunciati da relativa denuncia, ovviamente inefficace, della vittima.


Non può andare bene così.

Non va affatto bene.







lunedì 12 agosto 2013

Di stelle e di ricordi




La serata delle stelle cadenti.
Il 10 Agosto, la notte di San Lorenzo, la notte dei desideri.

Ricordo notti di gioventù, prima delle Gnome, trascorse dormendo in spiaggia, cantando pur essendo stonati, dicendo un sacco di stupidaggini, e ridendo tanto.
O altre trascorse col naso all'insù in mezzo alla campagna buia, lontano dalle luci dei paesi, per poterne vedere di più e meglio.
Altre ancora (ai tempi del liceo, suppergiù) davanti ad un falò in riva al Po, sulla sabbia fresca e umida.

Quelle più recenti, con la presenza delle Gnome, semplicemente dal giardino di casa, con contorno di "Eccone una!", "Ne ho viste di più io!", "No, non è vero, ne ho vitte più io!"

Quest'anno c'ho provato: quando le Gnome, stanchissime dopo una giornata in piscina a casa da un'amichetta, si sono addormentate, sono andata in giardino.
Ci sono rimasta circa settanta secondi. Scarsi, forse.
In cui non ho visto nemmeno un astro scivolare luminoso nella notte scura.

Poi, troppo stanca per rimanere fuori ancora, sono andata a coricarmi sul lettone, dove c'erano le mie tre stelle, quelle che illuminano la mia vita giorno e notte.

Anche se ancora avrei un sacco di desideri, mi basta vedere loro, ad Agosto come a Dicembre.


sabato 10 agosto 2013

Pillole 19



Micrognoma

"Stamattina mi metto i bernuda."
"Quetto è il mio larmadio e quetto il mio sacchetto!" (cassetto)



Gnoma di Mezzo

"Mamma, c'erano tre bandisti che suonavano!"
"Nonna, sai che siamo andati a mangiare la pizza al Lago di Gardaland?"
"Il vetererinario è il dottore dei cani."
"Questo è un abbraccio plurido!" (trad.:plurimo)



Gnoma Grande

"Sembri un'anatra starnezzante!"
"Mi ha tirato i loboli delle orecchie!"



venerdì 9 agosto 2013

Obiettivo ottenuto




Sul terrazzo, ieri mattina, per poter prendere quella flebilissima brezza tiepida che ci poteva attenuare il caldo afoso e soffocante che dopo le nove iniziava a farsi sentire.


Gnome litiganti e urlanti, contendendosi un bambolotto.

Tentativo di sedare la rissa.

"Basta urlare, ragazze! Quale è il problema?"
"Ma lei vuole tutto quello che ho io! Quando mi sposerò, vorrà anche il mio vestito, se andiamo avanti così!"
"No. Vorrà tuo marito!"

Segue inevitabile sonora grassa risata a quattro voci.


Animi quietati, obiettivo ottenuto, almeno per qualche minuto...




giovedì 8 agosto 2013

Ars oratoria



Questo episodio mi è stato riferito da Nonna Mimi e da Papozzo, in quanto la vicenda si è svolta mentre io ero assente.

Le Gnome dovevano presenziare alla Giornata dell'Acqua al Crest, ed era quindi richiesto il costume sotto ai vestiti, data l'enorme quantità di gavettoni in programma.
La nonna e Papozzo si sono adoperati per fare indossare bikini (le Gnome sono estremamente vanitose) alle due grandi, mentre per la Micrognoma, ancora troppo magra per trovare in commercio la sua taglia di costumi a due pezzi, era stato preparato un monopezzo che consisteva nella mutandina.

Alla vista di quel che avrebbe dovuto mettere, la piccola riccia di casa si è infervorata e ha cominciato un comizio che Grillo gli fa un baffo!

"Io non mi metto quel cottume lì, peRchè le mie soRelle hanno il pezzo di sopRa! Lo vojio anche io!!!"
"Ma non c'è per te perchè sei ancora troppo piccola..."
"Beh, alloRa io mi metto quello gRande, quello nuovo!"
"Ma è intero, va bene per andare in piscina. Poi oggi c'è tanto caldo, stai bene a stare in mutande!"
"No, peRchè dopo i bimbi gRandi mi guaRdano le tette!!!"

A questa argomentazione, nonna Mimi e Papozzo hanno desistito, annichiliti dall'ars oratoria della Micrognoma.




mercoledì 7 agosto 2013

Ti faccio uno shampoo


Ieri, l'ultima birichinata della Gnoma più piccola, ma più scalmanata.

Ero giù in lavanderia che, con molta calma (non ho ancora recuperato tutte le mie forze) e con l'aiuto di Nonna Mimi, stavo caricando una lavatrice, quando sento le Gnome piccole urlare in bagno, al piano superiore.
O meglio, la Gnoma di Mezzo, gridare disperata.

La Nonna si offre di andare a vedere che cosa sta succedendo.
"Vieni a vedere cosa hanno combinato!"

Cercando di essere abbastanza veloce, mi precipito su per le scale e vado nella stanza dove regna il caos.
Entrando, la scena che mi si apre alla vista è questa: un lago a terra e la Gnoma di Mezzo con i capelli pieni di schiuma.
Inutile dire che invece la Micrognoma aveva un ghigno soddisfatto, come sempre dopo una marachella.

Praticamente, le due fanciulle si erano recate a lavarsi le mani sul bidet, essendo troppo piccole per arrivare comodamente al lavandino, e, approfittando del fatto che la grande era china a bagnarsi, la piccola ha pensato bene di versarle il sapone liquido sulla testa e, successivamente di buttare acqua, per farle uno shampoo!



lunedì 5 agosto 2013

Fatti degni di nota



Durante il mio soggiorno all'ospedale sono accadute cose degne di nota.



1) Pare che, durante la mia assenza, qualcuno abbia acquisito l'uso della R.


"Mamma, ho fRRRReddo"   (con 40° in media)
"Io mangio pRRRRRRosciutto e melone."
"Adesso sono gRRRRRRande, io!"
"StaseRRRRRRa c'è la festa del cRRRRRRest, poi alla fine c'è da mangiaRRRRRe e da beRRRRRe."


2) La mia vicina di letto mi ha confessato che pensava io avessi dieci anni in meno.

Ho chiesto alle infermiere cosa ci fosse nella sua flebo.


3) Ho perso due chili e mezzo in tre giorni.

Mi crogiolo nella dolce sensazione che il fenomeno sia per il momento irreversibile, anche se so che probabilmente li recupererò in altrettanto poco tempo.


4) L'intera Smemofamily è sopravvissuta incolume alla quotidianità.

Questo potrebbe essere un'ottima argomentazione in caso di necessità di fuga programmata per uno o più giorni.


sabato 3 agosto 2013

Un'ottima squadra



Anche quest'anno niente spiaggia, niente mare.
E dire che qualche giorno fa stavo per prenotare una intera settimana!
Ma l'anticipo di un piccolo intervento mi vede impegnata con la convalescenza proprio nel periodo in cui era possibile andare.

E' stato difficile dire alle Gnome: "Mi spiace, non andiamo al mare, perchè la mamma deve andare in ospedale e poi si deve riposare per un po'."
Ma pare abbiano capito e non hanno fatto storie.

Ora lo posso dire: avevo proprio paura.
Di non svegliarmi.
Di non rivedere più le persone a me care.

Invece sembra che sia andato tutto bene.

Le Gnome sono state bravissime: mi sono venute a trovare un paio di volte, durante la degenza, con Papozzo.
La prima sera mi hanno guardata in modo strano per capire se potevano toccarmi e in che modo, baciarmi, parlarmi. Avevano uno sguardo tra il buffo e l'interrogativo: tipo mamma possiamo saltarti in braccio o ti rompi?

Anche Papozzo va sicuramente e abbondantemente elogiato, dal momento che è rimasto con me per tantissime ore tutti i giorni, aiutandomi ad alzarmi, a camminare, a lavarmi, a cambiarmi, proprio come una quarta figlia.
Ha atteso per ore, preoccupandosi anche per il troppo tempo impiegato rispetto a quanto ci era stato prospettato, all'uscita dalla sala operatoria, ha parlato con dottori e infermiere, curato la parte burocratica dell'avventura, gestito le Gnome a casa, programmando con le nonne i tempi della nostra assenza, e prodigandosi per non fare mancare niente.
Mi ha fatto ridere, anche se poi lo sgridavo perchè mi tiravano i punti.

A farmi commuovere, invece, ci ha pensato la Gnoma Grande, con la collaborazione delle sorelle.
Le tre fanciulle sono arrivate una sera, accompagnate da Papozzo, con un pacchetto contenente una collana fatta da loro e un foglio pieno di cuori e di scritte in rima.

Per mamma e papà

Era triste la giornata
senza di voi,
ma poi è diventata
assai allegra e armoniosa
con gite e scherzetti
non è più noiosa
ma molto allegra.
Mamma, tu la pappa ci prepari,
Papà, tu ci porti
in gita, ma dove?
forse a Bari,
Mamma ci vestirà
e Papà guiderà,
con qualche extra scherzetto
e magari un pagliacetto.
Insieme un'ottima sguadra siete.      (non è un errore di battitura, c'è scritto proprio così!)


In effetti, noi cinque siamo proprio un'ottima squadra!