domenica 22 dicembre 2013

Vi potete baciare i gomiti



"Stasera andate ognuna nel proprio letto, vero?"
"Noooo. Io voglio venire con te, altrimenti mi sento sola..."
"Ma come sola? Siete in camera in tre!!!"
"Ma sola nel mio letto!"
"Anche io voglio venire con te!"
"Ma povero Papozzo, lo fate sempre dormire in uno dei vostri letti, che sono troppo corti per lui!"
"...."
"Da solo, povero Papozzo..."
"Non è vero, non è da solo, c'è la Gnoma Grande nel letto vicino!"
"Ma il suo posto sarebbe qui nel lettone, mentre il vostro sarebbe nella vostra stanza, nei vostri bei letti."
"..."
"E poi voi siete fortunate! Pensate che io e lo Zione non avevamo una cameretta così bella quando eravamo piccoli! Ci avevano preso una cameretta da dividere in due stanze, così io avevo il letto con la testiera, il comodino e il comò con lo specchio, mentre lo Zione aveva la scrivania con la libreria, il comodino e un letto con la testiera diversa. E avevamo un armadio vecchio ciascuno."
"..."
"Papozzo invece dormiva in una stanzetta piccola con un armadio e il letto e basta. Quando si sono sposate tutte e tre le zie, lui si è trasferito nella stanza grande con il lettone, con armadio e comodini vecchi."
"A noi invece avete preso una bella cameretta nuova tutta colorata..."
"Ecco, quindi vi potete baciare i gomiti!"
"Perchè?"
"Provaci! Ci riesci?"
"No."
"Quindi vuol dire che se tu riuscissi saresti una persona molto fortunata!"
"Appetta che te li bacio io! Mmmpciuà! Ecco!"

Segue classica sonora risata globale, inevitabile in queste situazioni rese inaspettatamente comiche dalla spontaneità di una riccia pazza Micrognoma.






lunedì 16 dicembre 2013

Pillole 22



Micrognoma

"Mamma, ho fatto l'antipasto di ciccia infornale."


Gnoma Di Mezzo

"Sono una strega malvagiosa!"
"Mi piace questo pigiama! E' più...rotondo!"
"Se hai mal di schiena devi andare dallo schienista, no, dallo schienologo."
"Mamma, devi andare dal costeopota?" (trad.:osteopata)
"Io faccio la rattaccapalle!"
"Lo ha fatto per ingelosità, cioè...per gelosità!"


Gnoma Grande

"E' morto Bandela."




domenica 8 dicembre 2013

Arduo fine settimana




Siamo state, io e le Gnome, a due compleanni in due giorni consecutivi, al chiuso, con trenta bambini urlanti ogni volta, cinquanta palloncini da scoppiare e qualche lite.
Odio le feste rumorose in genere, al chiuso poi, non le sopporto proprio: tutto amplificato.
La prossima volta mi procurerò tappi per le orecchie.
Per fortuna la torta era ottima e abbiamo pure scambiato quattro parole, per quanto possibile, tra genitori.

Ma la cosa più grave di questo arduo fine settimana di dicembre, in cui tutto è contornato da brillanti lucette e sfavillanti decorazioni, primi approcci ai regali e organizzazione di sontuosi pranzi e luculliani cenoni, è stato realizzare improvvisamente, in un raro momento di silenzio in cui sono riuscita a carpire qualcosa dalla tv, che la foca parlante di uno spot di una nota azienda di telefonia si chiama come me.
Unica attenuante è che la voce di cui lo strano animale si serve è della grande, inimitabile, scoppiettante e unica Luciana.






mercoledì 4 dicembre 2013

Ovunque



Capita di mettere una mano in una tasca qualsiasi, dei jeans, del cappotto, della felpa, e di estrarre una molletta, un elastico per capelli, un fazzoletto di carta con Peppa Pig.

Capita di arrivare al lavoro, cercare freneticamente nella borsa il badge per timbrare ed estrarre un gettone per il bruco-mela.

Capita di addormentarsi profondamente dopo un'estenuante giornata di lavoro e risvegliarsi di soprassalto con qualcosa di peloso che sfiora una gamba (non pensate male: è solo un peluches!). O addirittura di trovarsi addosso una Gnoma a caso fiondatasi nel lettone o portata da Papozzo nella fase più profonda del mio sonno, quella denominata nonhopiùbanane.

Capita di trovare nei jeans dell'unico uomo di casa un fazzolettino di carta di Hello Kitty e immaginarselo in giro per lavoro mentre si soffia il naso con tale decorato accessorio in qualche cantiere popolato per lo più da maschi.


Conseguentemente, capita di riflettere sul fatto che loro sono ovunque, fuori o dentro di me, anzi, di noi.